Rettile, limbico o neocorteccia: quale di questi tre cervelli usi di più?

Lo confesso, il post di questo lunedì mi esalta! Parlare di cervelli, mi esalta! Forse, in una vita precedente, sono stata un’anatomo-patologa. Più probabilmente una scienziata un po’ folle invischiata in chissà quali sublimi ricerche. Di sicuro, tanta letteratura gotica ha lasciato la sua impronta. Ma cosa sarebbe l’uomo, inteso come specie, chiaro, senza letteratura? Più che altro dove sarebbe l’uomo senza le sue storie? Con un dove inteso “a quale punto della propria evoluzione”. Prima o poi scriverò anche di questo e avremo modo di confrontarci.

Questa settimana, però, voglio parlarti di tre personaggi che abitano la tua mente e cercano un autore, o un’autrice, ça va sans dire!

Sono:

• il tuo cervello rettile

• il tuo cervello limbico

• la tua neocorteccia

La teoria dei tre cervelli tra passato e presente

Nel 1962, Paul Donald MacLean, medico e neuroscienziato statunitense, teorizza l’esistenza di un triune brain – un cervello tripartito – basandosi sugli stadi evolutivi dei vertebrati: prima rettili, poi mammiferi primitivi e infine mammiferi evoluti.

Secondo la teoria di MacLean, poi verificata dalla ricerca moderna e dalla possibilità di studiare il funzionamento del cervello con una tecnologia altamente avanzata, il nostro cervello consta di tre formazioni sovrapposte: il cervello rettiliano (o rettile), il cervello limbico (o mammaliano) e il neocervello (detto anche neocorteccia).

Il cervello rettile

Il rettiliano, chiamato così per il suo aspetto simile a quello del cervello di un rettile, si è evoluto più di cinquecento milioni di anni fa ed è la parte più antica del cervello.

Fanno riferimento a questo cervello: l’aggressività, la violenza, le pulsioni distruttive e autodistruttive, la Fight-or-flight response, ovvero la risposta condizionata «attacca o fuggi» che si innesca quando avvertiamo un pericolo che può mettere a rischio la nostra sopravvivenza.

Per semplificare, potremmo dire che il cervello rettile è la sede dell’istinto e che se fosse un personaggio mitico, sarebbe probabilmente un soldato spartano poco avvezzo al dialogo e alla risoluzione pacifica dei conflitti.

In effetti, il nostro cervello rettile, vive costantemente in uno di quei film truculenti, ambientato in un millennio meno illuminato del nostro, tutto testosterone, estrogeni e adrenalina.

Il cervello limbico

Il cervello limbico, più giovane del precedente di un paio di centinaia di milioni di anni, è tutto dopamina, norepinefrina e ossitocina, l’ormone dell’amore e dei legami sociali, ed è il posto in cui trovano accoglienza le nostre emozioni e in cui prendono forma l’empatia, l’altruismo, l’affettività, ma anche la creazione, la comunicazione e la comprensione. Potremmo definirlo, semplificando s’intende, il cervello dell’intuito. Quell’intuito materno che vede al di là di quel che c’è. A volte anche un poco troppo al di là, infatti, essendo il cervello deputato ai sentimenti, non di rado si lascia andare a qualche sentimentalismo.

Da alcuni studiosi definito – non a caso – «Queen of drama», regina del dramma, il cervello limbico funziona come una qualsiasi Brooke Logan di noi altri: se può trasformare il momento in una scena da Soap Opera, lo farà.

E tu, uomo che mi sta leggendo e pensa: «Fiuuuu, questo allora non mi riguarda!», sappi che al di là della tua scelta di genere, della tua virile mascolinità e del tuo indiscutibile aplomb, c’è una Brooke Logan anche in te!

La neocorteccia

Il neocervello è il più giovane dei tre e ci è utilissimo quando dobbiamo elaborare e realizzare idee nuove e soluzioni intelligenti. MacLean sosteneva che questo fosse il cervello più propriamente umano, mentre definiva gli altri due: “cervelli animali”.

La neocorteccia è plastica: impara, costruisce nuovi ricordi, assume nuovi comportamenti, analizza e decide. È  sede del linguaggio, si occupa sostanzialmente di problem solving e ha un gran senso della responsabilità.

Sì, be’, non è particolarmente calorosa e accogliente, bisogna dirlo. Ma se i tuoi guai sono di carattere pratico, puoi contare su di lei. Sempre.

Potremmo definire questo neocervello il nostro Signor Spock interno: razionale, misurato, efficace ed efficiente.

Un, due, tre e tu, l’autore

Platone ebbe a descrivere la mente con l’immagine di una coppia di destrieri guidati da un auriga. Stando alla logica di MacLean, dovremmo supporre che le due parti selvagge, i cavalli, siano il cervello rettile e il cervello limbico, mentre l’auriga, domatore e cocchiere a un tempo, dovrebbe essere il neocervello.

Difatti, il più delle volte, è più o meno così che cerchiamo di governare la faccenda: mettiamo a capo del terzetto l’istanza razionale e logica nella speranza che tenga a bada le altre due istanze, istintiva ed emotiva. Risultato: guerriero e regina del dramma, sentendosi dominati e non integrati, prendono a dar sfogo a tutto il loro malcontento e ci mettono nei guai. Spesso in guai seri.

Hai presente il giorno in cui hai scritto di getto quella email piena di recriminazioni, improperi, insulti? E quella volta che sei arrivata, o arrivato, a tanto così da rompere un piatto in testa al tuo interlocutore? Certo, il piatto lo hai poi fracassato a terra e non ci sono stati feriti, però…

Poco tempo fa, messa alle strette dalla mia istanza logica che voleva a tutti i costi accantonassi l’istanza emotiva, parecchio ferita, e l’istanza istintiva, terrorizzata dall’ennesimo rischio abbandono, ho detto cose terribili a una persona per la quale provo un affetto profondo. Se avessi lasciato alle tre istanze lo spazio e il tempo necessari affinché potessero mettere sul tavolo le loro richieste e le loro intenzioni benevole nei miei confronti, probabilmente sarei entrata in ascolto profondo sia di me, sia della persona che mi stava dinnanzi.

Tre cervelli in cerca di equilibrio: un esercizio

Il Signor Spock, Brooke Logan e Leonida, aka neocorteccia, cervello limbico e cervello rettile, hanno bisogno di confrontarsi alla pari. Di sedersi intorno a un tavolo e trovare la soluzione che soddisfi tutte e tre le istanze.

Dico sedersi intorno a un tavolo, non per dire: è proprio così che funziona l’esercizio di negoziazione che voglio condividere oggi con te.

Quando sorge un conflitto di interessi tra i tre cervelli, scegli un momento tranquillo per appartarti (mettiti seduto al tavolo, od ovunque tu possa spostarti e avere la percezione di cambiare posizione e prospettiva) e poi:

  1. da buon autore/negoziatore attento, dai subito parola e voce al cervello che ha risposto per primo; lascia che ti racconti la sua ‘soluzione’ e chiedigli, senza mezzi termini, come mai si aspetta che quella sia la migliore soluzione per il tuo bene (ricorda: nessuno dei nostri cervelli, nemmeno quell’energumeno di spartano, vuol nuocerci in alcun modo!)
  2. a turno fai parlare gli altri due e chiedi anche a loro come si aspettano che la soluzione che ti propongono, in contrasto con le altre, sia la migliore per il tuo bene (NOTA BENE: ogni volta che prende parola un cervello, devi cambiare fisicamente di posto. Lo spostamento spaziale ci aiuta nello spostamento ideale. Quando stai litigando con qualcuno, per esempio, prova a cambiare posizione, o a invitare il qualcuno in questione a cambiare addirittura stanza. Vedrai che a cambiare non saranno soltanto ambiente e panorama!)
  3. fai sì che ogni parte proponga alle altre almeno tre soluzioni alternative che perseguano il tuo bene come scopo
  4. avvia le negoziazioni finché non rimane una sola unica soluzione che trovi d’accordo tutte e tre le istanze

Ci vorrà un po’ di tempo perché questo tavolo delle idee e delle soluzioni si riveli il miglior punto di incontro fra i tuoi tre cervelli, ma alla fine, vedrai, imparerai ad avviare le trattative in automatico e a negoziare la miglior soluzione per il tuo bene nel minor tempo possibile.

Tutto sta nell’imparare ad ascoltare: ovvero togliere il vociare e focalizzarsi sulle voci. L’esercizio, lo avrai già intuito grazie al tuo cervello limbico ed elaborato grazie alla tua neocorteccia, non vale soltanto quando il conflitto divampa tra te e i tuoi cervelli, ma anche quando c’è bisogno di un nuovo equilibrio tra te e l’altro.

Tre libri a tema cervello

Sono tanti i bei titoli sul tema, ma questa volta te ne passo tre che secondo me vale proprio la pena leggere:

Cervello. Manuale dell’utente. Guida semplificata alla macchina più complessa del mondo, Marco Magrini

Percezioni. Come il cervello costruisce il mondo, Beau Lotto

Pensieri lenti e veloci, Daniel Kahneman

Prova l’esercizio, fammi sapere che ne pensi dei libri e se hai altre tecniche di negoziazione che vuoi condividere con me e con gli altri che ci leggono, scrivile qui sotto nei commenti.

Lunga vita e prosperità! 😉

Ascolta il podcast

Dei tre cervelli ho parlato anche in questo podcast a tema ipocondria