Cos'è il Loop da disistima di sé

Come succede alle Cenerentola di tutto il creato e anche di tutto l’ancoradacreare, senza distinzione di genere, il Loop da Disistima (di sé) è molto meno conosciuto dell’egocentrico fratello Loop da Autostima, aka: Effetto Dunning-Kruger, dal nome dei due studiosi che per primi hanno formalizzato l’idea secondo la quale l’errore di valutazione di chi si sovrastima deriva da un giudizio errato sul proprio conto, mentre quello di chi si sottostima deriva da un equivoco sul conto degli altri.

Quale che sia l’equivoco, è certo che esiste un numero spropositato di persone validissime – come te che mi stai leggendo, ne son certa –  che entrano nel Loop della Disistima di sé rimanendo incastrate nei suoi ingranaggi.

Dove nasce la disistima di sé

La disistima di sé (e così l’autostima di cui ho parlato qui >>
Stima di sé: come il modo di parlare e raccontarti può dire molto di te), è un insieme di giudizi valutativi che nasce insieme noi, per lo meno come seme, e insieme a noi si evolve, sviluppandosi in modo più o meno limitante a seconda degli stimoli che riceve dal contesto emotivo e sociale.

Il primo contesto emotivo e sociale in cui incappiamo è quello familiare. In famiglia, inizia il progetto educativo del bambino ad opera degli adulti di riferimento. E parlo di progetto e non di processo non a caso perché, nella stragrande maggioranza dei casi, chi si è preso cura di noi durante l’infanzia, ci ha tirati su premiando lo sviluppo di alcuni attributi a discapito di altri.

E se esiste un premio che in qualche modo stimola determinati atteggiamenti e promuove specifiche attitudini, esiste anche una punizione che ne inibisce e vieta altri.

Questa modalità del bastone e della carota, di ricompense concesse e negate, utilizzata sulla materia altamente plasmabile che siamo nella nostra prima e primissima infanzia, si radica così profondamente in noi che una volta adulti continuiamo a mettere in atto tutti quei comportamenti che possono procurarci quelle stesse ricompense e impedirci di venirne privati.

C’è di più. Per conformarci agli attributi che ci garantiscono una ricompensa (amore, riconoscimento, accudimento…), nel tempo abbiamo provveduto a eliminare, distruggere e tagliar via intere parti di noi. Così, anche quando a un certo punto della nostra vita ci accorgiamo che le ricompense che riceviamo in cambio della nostra obbedienza al ruolo assegnatoci nel sistema familiare, non ci rendono né felici né tantomeno soddisfatti, non abbiamo il coraggio e la forza per rimettere tutto in discussione; per ricominciare daccapo. Ed è proprio a questo punto che la disistima di sé trova il suo innesco perfetto.

Che cos’è il Loop da Disistima di sé e come funziona

Il Loop da Disistima di sé è una forma cronica di disistima che si manifesta quando percepiamo di aver perso il controllo della nostra vita.

Perdere il controllo è qualcosa che ci fa sentire estremamente inadeguati: vorremmo avere sempre pieno possesso di tutto, essere migliori ogni giorno, più svegli di come siamo, più capaci e pronti. Ma quando si tratta di agire, abbiamo la sensazione di farlo sempre come dei veri incompetenti.

Questa frattura tra l’io ideale e l’io agente ci sprofonda nel limbo dell’incongruenza: non potendo essere migliori di come siamo, ci risolviamo a cedere alle lusinghe dei nostri demoni interiori, maestri nella demolizione di fiducia e speranza.

Perse anche la speranza e la fiducia che le cose possano cambiare – se non ora, un giorno – molliamo la presa e iniziamo a trascurarci finché l’incontro con l’altro diventa un momento di confronto imbarazzante. A poco a poco ci defiliamo dalle occasioni di ritrovo, allunghiamo la distanza tra noi e gli altri. E la distanza finisce col diventare separazione, la separazione isolamento.

La nostra vita, ora, è sotto il governo del senso di fallimento e della frustrazione, terreno super fertile per la disistima di sé. Ed ecco che il loop riparte: mancanza di controllosensazione di incompetenza, sensazione di incongruenza, trascuratezza, isolamento.

E poi di nuovo da principio, finché ogni fase alimenta la successiva. Per uscirne bisogna lavorare su ognuna, separatamente, un passo dopo l’altro.

Dal controllo alla responsabilità

Credere di poter avere tutto sotto il proprio controllo è puro delirio. È chiaro ed evidente che non possiamo controllare tutto: per esempio non abbiamo nessun potere sulla coda al casello, sulla grandine che fa della carrozzeria dell’auto una groviera, sul cassiere maleducato che risponde in modo acido, sul cliente nevrotico che ci fa rifare tutto il lavoro perché all’ultimo ha cambiato piani.

Per riuscire ad abbandonare la pretesa di controllo è necessario volgere l’attenzione al senso di responsabilità. Responsabilità è, per l’appunto, l’abilità di rispondere agli eventi, e degli eventi.

Se indugi nel controllo e manchi di responsabilità, lasci ad altri l’onere e l’onore di rispondere alla tua vita, e della tua vita, al posto tuo.

Dalla competenza all’esplorazione

Incompetente e quella persona che non può competere, che non può cioè mettersi allo stesso livello di altre persone sul piano della comprensione, della prestazione e della padronanza.

L’incompetente, o meglio colui e colei che si percepiscon tali, vive dentro di sé un ciclo autosabotante dei più insidiosi per la crescita e sviluppo: più si sente carente da un punto di vista della comprensione, della prestazione e della padronanza, che sono appunto le tre abilità che costituiscono la competenza, meno si sente fiducioso. Meno si sente fiducioso, più rifugge da tutte quelle occasioni di apprendimento che potrebbero renderlo più competente.

Anziché entrare in gara, entra in classe. Anziché pensare alla competizione, divertiti nell’allenamento. La vita non è fatta di sole vette da conquistare e premi da ritirare. C’è anche la ricompensa dell’esplorazione, o parafrasando quel che diceva Faber: del mettersi in viaggio per il viaggiare, e non per la destinazione.

Dall’incongruenza all’incontro

Uno dei fattori che alimentano il Loop da disistima di sé è sentire incongruenza tra il piano delle idee e il piano delle azioni.

Quando ci dichiariamo, per esempio, persone attente all’ambiente e all’ecologia ma poi ci ritroviamo a buttare il mozzicone della sigaretta per strada, c’è un’incoerenza tra l’idea che abbiamo di noi e quel che facciamo.

Quando le tue azioni sono scarsamente o nient’affatto congruenti con l’idea che hai di te nel presente e con l’immagine della persona che desideri diventare nel futuro, si crea in te una frattura.  Questa frattura ti fa sentire una brutta persona e quando ti senti una brutta persona, finisce che agisci come tale: i tuoi pensieri diventano le tue parole, le tue parole diventano le tue azioni, le tue azioni diventano il tuo io.

Congruenza è una bellissima parola: deriva dal latino congruēre che significa incontrarsi. Se l’idea che hai di te e il tuo modo di agire non s’incontrano, continuerai a sentirti rotto, o rotta, e ad alimentare il tuo Loop da disistima di sé.

Dalla trascuratezza alla cura

Nel processo di abbrutimento che si innesca quando ci sentiamo incongruenti, finiamo con l’abdicare alla cura di noi fino a decidere di entrare, affinché l’altro non veda da vicino i nostri orrori e non senta il fetore del nostro marciume, in una sorta di bolla prossemica che ci tenga prima sufficientemente distanti, poi separati.

Dopo qualche tentativo, l’altro, più volte rimbalzato dalla nostra bolla, decide di lasciarci in pace. Nel momento in cui veniamo lasciati in pace, quella pace assume tutte le caratteristiche di una solitudine e nella solitudine rincariamo la dose della trascuratezza: ché tanto nessuno può vederci o sentirci.

Quando ci curiamo, ci sentiamo curati per il semplice fatto che non scappiamo dall’altro: ne accogliamo le intenzioni, le attenzioni e l’affetto. Quando ci trascuriamo, al contrario, ci sentiamo trascurati e distanti da chiunque.

Dall’isolamento alla connessione

Così come non esiste la possibilità di controllare tutto, non esiste la perfezione. Per come la vedo io, la cosa più vicina alla perfezione è la connessione.

Una relazione perfetta, per esempio, non è quella relazione in cui non vi siano mai momenti di attrito o conflitto; o quella in cui l’altro soddisfa in tutto e per tutto i nostri bisogni e le nostre aspettative. Una relazione perfetta è quella in cui anziché andare a caccia di carenze, prendiamo coscienza e godiamo delle ricchezze.

La connessione si crea infatti quando impariamo a stare bene con quel che c’è e a non puntare i piedi per quel che manca.

Se ti trovi ad avere un’amica o un amico non particolarmente avvezzo ad abbracci e altre affettuoserie, tuttavia sempre disponibile a dare spunti, stimoli e ottimi consigli, non ostinarti a rivolgere a lei, o lui, le tue richieste di coccole: vai a prendertele dall’amica o amico Teddy Bear che, è sicuro, ti sta aspettando a braccia aperte!

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Intanto tu fammi sapere se hai avuto a che fare con un Loop da disistima e com’è andata a finire, se è finita; oppure come ti regoli se non sei ancora riuscita o riuscito a uscirne. Aspetto la tua voce nei commenti!