ego, trappole e i libri della nostra vita

Esistono due libri nei quali è racchiusa la nostra storia.

Uno sta nel palmo della mano, come un tascabile. Dentro vi è stampato il racconto della nostra Realtà Minore: quella che viviamo quotidianamente.

Brevi capitoli di ordinaria sopravvivenza: alcuni buoni, altri meno. Molta cronaca, poca epica.

L’altro è un’edizione preziosa e rilegata di pagine in fibra di lino, scritte in punta di penna da una mano millenaria.

Contiene la storia che siamo chiamati a vivere: la nostra Realtà Maggiore. Quella che erompe nei sogni, nelle azioni creative e spesso anche nei conflitti interiori.

È il posto, o almeno così lo immagino io, in cui è custodito il nostro desiderio dell’Anima.

Parole del Genio e parole dell’Ego

Quando le parole che ci sussurra la vita arrivano dalle pagine del libro della Realtà Maggiore, ci sentiamo vibranti e vulnerabili. Come sempre ci si sente quando si è in cima a una vetta e si osserva la maestosità del creato, del tutto.

«Cosa c’è, oltre? Come posso raggiungerlo?», ci sorprendiamo a pensare sul picco di quella vetta.

Il desiderio dell’Anima indirizza il nostro sguardo con fermezza e gentilezza verso la possibilità. Ci strofina come fossimo una lampada delle meraviglie, per fare uscire il nostro genio, il nostro fuoco sacro, e per vederci finalmente agire come gli esseri curiosi, accoglienti e coraggiosi che siamo.

Se invece ci sentiamo sopraffatti, bloccati e spaventati, stiamo vivendo nelle pagine della Realtà Minore

«Non posso fare più di così. Non posso smettere di fare quel che faccio. Devo farlo perché ne ho bisogno», diciamo quando siamo i protagonisti della nostra vita tascabile.

Il desiderio dell’Ego è una mistificazione del desiderio dell’Anima. Ha bisogno di rassicurazioni continue e di continue ricompense effimere, per questo non intraprende mai davvero il viaggio dell’eroe.

Le trappole del desiderio dell’Ego

Il pensiero apocalittico

È una delle manifestazioni più evidenti del desiderio dell’ego, ma non la più insidiosa. Le parole con cui si esprime somigliano a presagi catastrofici:

  • «Se faccio/non faccio così, finirò sotto un ponte»
  • «Ne uscirò demolita/demolito»
  • «Tanto non cambierà mai nulla»

Il tempo del pensiero catastrofico è il futuro. Un futuro cacotopico, tremendo e indesiderabile al punto che, prima o poi, non fosse altro che per disgusto, prendiamo la nostra macchina del tempo, torniamo al presente e se siamo abbastanza svegli, cambiamo libro, altrimenti esploriamo a turno tutte le altre trappole.

Il bisogno di convalida

Cercare validazioni alle nostre abitudini e alle nostre decisioni è una delle situazioni tipiche da libro della Realtà Minore:

  • «Faccio così perché è più sicuro»
  • «Mi fermo qui perché ho già dato tutto quel potevo dare»
  • «Non ci provo più perché quando ci ho provato è andata a finire che…»

Il tempo della convalida è il passato, nostro o di altri: tutte le scelte che facciamo vengono passate al setaccio delle esperienze vissute in prima persona o da terzi.

Assecondando il bisogno di validazione, ignoriamo o scartiamo tutto quanto possa mettere in discussione il nostro punto di vista e fuggiamo da ogni aggiornamento di visione. 

È tra le trappole più infide perché passa per un processo di razionalizzazione difficile da individuare e confutare: tutte le validazioni ci paiono assolutamente fondate, quando non addirittura sagge. 

Siamo dei grandi autori e diamo il meglio anche nell’esercizio del peggio di noi!

La stereotipazione

Nel momento stesso in cui agiamo sotto l’impulso del giudizio condiviso e della generalizzazione, siamo in pieno registro dell’Ego:

  • «Lo sanno tutti che…»
  • «Non va bene che…»
  • «Bisogna che…»
  • «È così che»

La stereotipazione è una trappola senza tempo. Un flusso continuo di cliché che si susseguono l’uno dopo l’altro e non lasciano spazio all’eccezione, e quindi all’eccezionale. 

È la puntina di un giradischi che continua a girare sulla stessa traccia, all’infinito. Può anche essere un buon pezzo, ma se non spostiamo il braccio, non sapremo mai quanto meravigliose avrebbero potuto essere le altre tracce!

Le interpretazioni falsificate

La presunzione di sapere o prevedere ciò che pensano o provano gli altri è segno che il desiderio dell’Ego ha preso la penna e sta scrivendo nuove pagine sul libro della Realtà Minore.

Per quanto siamo persuasi di conoscere qualcuno, per quanto alcune situazioni somiglino a tal punto ad altre già vissute, tanto da portarci a sovrapporle come uno stencil, non possiamo mai e poi mai avere la certezza di come andranno le cose.

Attenzione, non sto dicendo che siccome non esiste certezza di risultati ed effetti, allora possiamo abbandonarci a comportamenti eccessivi o lesivi.

Tirare una riga su tutte le frasi che scriviamo, così come lasciarle tutte perché non si sa mai, non è fare un buon editing della nostra storia.

La visione a tunnel

Conosco bene questa trappola del desiderio dell’Ego. Al mio di Ego piace davvero un sacco, e infatti me la ripropone con una certa frequenza.

Nella visione a tunnel vediamo il mondo attraverso un cannocchiale sempre puntato alla meta. Mentre il mondo intorno vive, gode, festeggia, piange, ride, esplode o implode, noi del team tunnel siamo sempre lì con gli occhi fissi all’obiettivo. Non qui, non ora, ma là e poi.

Goderci il viaggio è qualcosa che non ci viene proprio benissimo:

  • «Quando avrò fatturato x, allora…»
  • «Sarò felice quando…»
  • «Sarò soddisfatta/soddisfatto quando…»
  • «Dipingerò/scriverò/scolpirò/viaggerò/ mi dedicherò alla fotografia… quando…»

Anche in questa trappola, come in quella del pensiero apocalittico, si è condizionati dal futuro. Ma qui siamo nel territorio dell’utopia: quel domani al quale guardiamo come non esistesse altro, sarà per forza migliore di oggi e di ieri.

La visione a tunnel sposta continuamente la fonte della felicità a un passo da noi. Abbastanza vicina da farcela annusare, ma non abbastanza per farcela toccare.

A differenza delle precedenti, questa manifestazione del desiderio dell’Ego ha una sua utilità nei casi di emergenza e di crisi e in generale in tutte quelle situazioni in cui serve concentrazione assoluta. Ma le sue spira sono tenaci: passare dall’utile all’ingannevole è un attimo. 

Il pensiero conformista

Il desiderio dell’Ego ci vuole conformisti, adeguati, addomesticati. Più tentiamo di farci andare bene le opinioni, i costumi e le idee della maggioranza, più sappiamo di essere i protagonisti del nostro libro della Realtà Minore.

Nella Realtà Minore si predilige la compiacenza, al piacere; l’obbedienza, all’accortezza; la docilità, alla gentilezza; la geometria, all’astrale e i ruoli, agli individui.

Laddove la visione a tunnel è fortemente prospettica, guarda cioè agli effetti possibili anche molto in là nel tempo e nello spazio, il pensiero conformista si fa oltremodo opportunistico, bidimensionale e limitante.

  • «Mi comporto così, di modo che…»
  • «Decido per questo, cosicché…»
  • «Faccio come fa tizio perché così mi faranno entrare nel clan»

Nonostante gli sforzi a guardar lontano, il  tempo del pensiero conformista è in realtà congelato in un presente continuo: il conformista infatti rinuncia all’immaginazione per l’omologazione; non sogna per non entrare in conflitto con la realtà che lo circonda; non desidera per il timore di allontanarsi troppo dal suo clan di riferimento, essere considerato diverso e di conseguenza venire escluso.

I sunk costs

Di sunk costs parla soprattutto l’economia comportamentale riferendosi a tutti quei costi sommersi che sono irrecuperabili.

Nella libro della Realtà Minore ci sono pagine e pagine di parole legate al concetto del «eh, ma ormai…»:

  • «Non l’ho fatto fino a oggi e ormai non ne vale più la pena»
  • «Alla mia età non posso buttare via tutto quel che ho costruito fin qui e ricominciare daccapo»
  • «Mi manca solo un anno per finire l’università, e anche se non è quello che voglio, ormai è inutile cambiare facoltà»
  • «Dove vuoi che vada, ormai ho una una famiglia a cui pensare!»

La trappola dei sunk costs riguarda soprattutto la codifica che applichiamo al tempo, all’impegno, al denaro, all’energia e persino al dolori profusi per qualcosa.

Spiega Christopher Olivola, assistente professore di marketing presso Carnegie Tepper School of Business di Mellon, in questo articolo dedicato all’argomento e pubblicato sulla rivista Psychological Science: «L’effetto del costo irrecuperabile è la tendenza generale delle persone a continuare un’impresa, o continuare a consumare o perseguire un’opzione, quando in essa hanno investito tempo, denaro o qualsiasi altra risorsa»

La trappola dei sunk costs può essere fatale poiché i conti che facciamo con la realtà sono falsati e ci spingono a fare cose che ci rendono rassegnati, infelici o peggio.

Sfida settimanale dell’eroe

Quando ci sentiamo diminuiti o nel nostro potenziale, siamo sicuramente tra le pagine della storia raccontata nel tuo libro della Realtà Minore. Se invece viviamo ogni giorno come una nuova straordinaria occasione per esplorare e manifestare la nostra scintilla di vita, abbiamo sicuramente aperto il libro della Realtà Maggiore.

La sfida dell’eroe che ti propongo questa settimana è monitorare l’azione delle trappole del desiderio dell’Ego:

    • in quali situazioni si attivano
    • come reagisci
    • come potresti rispondere se passassi dalle pagine del libro della Realtà Minore a quello della Realtà Maggiore

Ti auguro una splendida settimana di scoperte e di desideri dell’Anima.


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